Hamas

Israele favorì Hamas

Il premier palestinese si dimette. Borrell: «Israele favorì Hamas»

In Libano scambio di razzi tra l’Idf e Hezbollah. Prossima l’invasione di Rafah.

Ieri il primo ministro palestinese, l’economista Mohammad Shtayeh, si è dimesso in un momento in cui l’Autorità nazionale palestinese sta cercando di ottenere maggior sostegno per ottenere un ruolo più incisivo dopo il conflitto di Gaza. Questo avviene in un contesto di crescente pressione da parte degli Usa sul presidente Mahmoud Abbas affinché riformi l’Anp, inefficiente e corrotta, mentre si intensificano gli sforzi internazionali per porre fine ai combattimenti a Gaza e stabilire una nuova struttura politica per governare l’enclave dopo il conflitto. Shtayeh, primo ministro dal 2019, ha dichiarato durante una riunione di gabinetto che la futura amministrazione «dovrà considerare attentamente la difficile situazione emergente a Gaza».

Sul fronte militare è stata una giornata molto intensa con gli Hezbollah che hanno annunciato «di aver effettuato un attacco di rappresaglia con 60 razzi Katyusha contro la base di Nafah», per gli attacchi condotti da Israele nei pressi di Baalbeck, nella regione della Bekaa orientale, che hanno causato la morte di due combattenti di Hezbollah. Israele ha confermato di aver colpito «i siti dell’apparato di difesa aerea dell’organizzazione terroristica Hezbollah». L’attacco è stato motivato dall’abbattimento dopo il lancio di missili terra-aria, di un drone delle Forze di difesa israeliane (Idf) Hermes-450. Successivamente si sono verificati due attacchi simultanei condotti dalle Idf contro la città di Baalbek, situata a circa 100 km a Nord-Est della capitale Beirut, nel cuore del territorio libanese, precisamente nella valle orientale della Bekaa, considerata una roccaforte degli Hezbollah libanesi. Secondo il sito di notizie israeliano Globes, negli ultimi mesi quattro cavi di comunicazione sottomarini tra l’Arabia Saudita e Gibuti sono stati resi inutilizzabili a causa di attacchi condotti dai ribelli Huthi nello Yemen che ieri hanno annunciato «nuovi attacchi nel Mar Rosso con armi sottomarine» di fabbricazione iraniana. Il danneggiamento di questi cavi, che si crede facciano parte dei sistemi Aae-1, Seacom, Eig e Tgn, ha provocato una grave interruzione delle comunicazioni tra Europa e Asia.

Si avvicina sempre di più l’operazione di terra a Rafah (che ieri è stata bombardata), e in tal senso le Idf hanno presentato un piano «per evacuare i civili dalle zone di combattimento nella Striscia di Gaza». Lo ha reso noto l’ufficio di Benjamin Netanyahu secondo il quale «Rafah è l’ultima roccaforte del movimento islamista Hamas». Sul fronte delle cessate del fuoco e della liberazione degli ostaggi non si registrano novità se non che l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, ha incontrato il capo dell’ufficio politico del gruppo jihadista Ismail Haniyeh che gli ha detto che a suo avviso « Israele vuole solo prendere tempo». Una delegazione israeliana di medio livello è a Doha per continuare a lavorare sui dettagli di un possibile accordo con Hamas che vedrebbe il rilascio di decine di ostaggi da Gaza in cambio di una tregua prolungata. Rilevante il fatto che ad Abu Dhabi il ministro dell’Economia israeliana Nir Barkat abbia incontrato il ministro del Commercio saudita Majid Al Abdullah al-Kassabi. Lo ha riferito Yedioth Ahronoth, secondo cui Barkat ha detto al collega saudita che «Israele è interessato alla pace con i Paesi che cercano la pace. Insieme possiamo fare la storia». Infine, da registrare il nuovo attacco verbale a Israele dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell: «In passato il governo israeliano ha cercato di dividere i palestinesi favorendo la creazione di una forza (Hamas, ndr) che potesse opporsi a Fatah».

FONTE RISERVATA: https://www.laverita.info/il-premier-palestinese-si-dimette-borrell-israele-favori-hamas-2667369611.html

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